Motovelodromo Coppi, la fenice del 2011

percorso infinito, nella sua circolarità, ovale bianco che corre veloce sotto le ruote, linee parallele ed ortogonali che parlano al mio subconscio ormai e ne determinano traettorie conosciute, affidabili.

record al coppi

pista

Sono al Coppi, a Torino, sono sulla mia bici, quella proprio da pista vera, l’unico luogo dove un telaio d’acciaio può ancora pensare di essere competitivio al di là di tutto, soprattutto del mercato.

Ad esattamente novantuno anni dall’inaugurazione dell’impianto siamo una decina di ciclisti, tutti estremamente diversi uno dall’altro, come se ciascuno avesse un significato da portare al ritrovato impianto, una pista, un velodromo, nel centro di una grande città…e diciamo subito che questo è già di per se fatto praticamente unico in italia (ok, c’è anche Genova ma pare che la pista sia messa ben peggio) e siamo lì a girare, e tutti ma proprio tutti (campione italiano amatori compreso) proviamo un senso di inferiorità a cavalcare quelle impossibili paraboliche, quelle lastre di cemento che hanno visto un ciclismo che non tornerà più.

Ed allora dopo le presentazioni, i convenevoli, i ringraziamenti, i brindisi di circostanza, restiamo noi a girare ed ognuno parla poco, ognuno si gusta il momento. E almeno una volata la devo provare, parto un po’ sopra la linea degli stayer, socchiudo gli occhi, la concentrazione è alle stelle, sfiora l’astrazione

…ed inizio a sentire il pubblico, misurato, vestito ancora in tweed e borsalino, agitano i giornali, gli addetti stampa scrivono sui loro taccuini, i fotografi caricano le loro rolleyflex, tutti stanno incitando me..non son più vestito di lycra, ma di lanetta leggera…

…e allora giù dalla parabolica, a tutta, si aspettano molto da me, non si può sbagliare adesso…sto in piedi ancora un po’ altre quattro pedalate, poi mi devo sedere altrimenti rovino tutto, siamo ai meno duecento, sale il boato….l’avversario è lontano, devo solo tenere la corda, vedo laggiù una linea lontana ma nitida, la cadenza è impossibile, ma devo mantenerla…ancora un po’..ancora un altro po’…ora il colpo di reni, non mi ha preso, questa volta l’ho chiusa tutta di testa, oggi ho vinto io, e non poteva andare diversamente.

velò

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